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Rientro a scuola e aumento degli alunni stranieri: l’analisi del fenomeno in Italia

Roma, 5 settembre 2024 – Oggi, con l’inizio dell’anno scolastico nella provincia autonoma di Bolzano, si apre ufficialmente la stagione del ritorno in classe per gli studenti italiani, che tra l’11 e il 16 settembre torneranno tra i banchi a seconda delle diverse regioni. Questo ritorno avviene in un contesto scolastico sempre più caratterizzato dalla crescente presenza di studenti con cittadinanza non italiana, un fenomeno che ha raggiunto nuove vette nell’anno scolastico 2022/2023.

Secondo un’analisi della Fondazione ISMU ETS, basata sui dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito, per la prima volta gli alunni con cittadinanza non italiana hanno superato le 900mila unità, rappresentando l’11% della popolazione studentesca. In altre parole, più di uno studente su nove ha cittadinanza straniera, una cifra in aumento rispetto agli anni precedenti, quando si parlava di un rapporto di uno su dieci. Questo dato, inoltre, non include gli alunni nati da genitori stranieri ma che hanno acquisito la cittadinanza italiana o quelli di origine migratoria che, pur avendo nazionalità italiana, mantengono un legame culturale con il Paese di origine.

I nati in Italia e le differenze tra le nazionalità

Una delle caratteristiche più rilevanti della popolazione studentesca straniera in Italia è che oltre la metà (65,4%) di questi alunni è nata nel Paese, un dato che però varia significativamente a seconda della nazionalità di appartenenza. Gli studenti cinesi, per esempio, sono per l’89,5% nati in Italia, mentre solo il 26,6% degli ucraini può dire lo stesso. Questa differenza è attribuibile, in parte, al recente afflusso di famiglie ucraine a seguito della crisi geopolitica, che ha prodotto una percentuale inferiore di seconde generazioni rispetto ad altre nazionalità.

Crescita degli studenti stranieri e impatto della guerra in Ucraina

L’anno scolastico 2022/2023 ha visto un aumento del 5% nel numero di studenti stranieri rispetto al 2021/2022, raggiungendo i 915mila alunni con cittadinanza non italiana. Questo incremento rappresenta la crescita annuale più significativa degli ultimi anni, superando di gran lunga il massimo incremento decennale del 2%. L’aumento è stato in parte determinato dalla presenza di studenti ucraini, che sono più che raddoppiati da 20mila a 43mila nell’ultimo anno scolastico, un effetto diretto della crisi umanitaria in Ucraina.

Un cambiamento nella composizione femminile

Un altro elemento di rilievo riguarda la composizione di genere tra gli alunni stranieri. Nell’anno scolastico 2022/2023, la quota femminile ha raggiunto il 48,4%, il livello più alto degli ultimi dieci anni. Le ragazze con cittadinanza non italiana, inoltre, hanno tassi di ritardo scolastico inferiori rispetto ai loro coetanei maschi, con un divario che arriva fino a 12 punti percentuali tra i diciottenni (47,4% contro 59%). Questa disparità è particolarmente visibile nelle scuole secondarie di secondo grado, dove le studentesse straniere sono la maggioranza, specialmente nei licei delle scienze umane (87,4%), linguistici (81,1%) e classici (76,8%).

Differenze regionali e scuole con alta presenza straniera

A livello regionale, l’incidenza di studenti stranieri varia notevolmente. Le regioni del Nord, come l’Emilia-Romagna (18,4%) e la Lombardia (17,1%), presentano le percentuali più alte di alunni stranieri, mentre regioni come la Campania (3,6%) e la Sardegna (3,0%) registrano le percentuali più basse.

Particolarmente interessante è il dato sulle scuole che ospitano una percentuale significativa di alunni con cittadinanza non italiana. Nell’anno scolastico 2022/2023, il 3,7% delle scuole italiane aveva oltre il 40% di studenti stranieri, in aumento rispetto al 3,3% dell’anno precedente. Questo fenomeno è particolarmente marcato in regioni come l’Emilia-Romagna, dove l’8,4% delle scuole supera questa soglia, seguita dalla Lombardia con il 7,4%. Le scuole con più del 30% ma meno del 40% di alunni stranieri sono passate dal 3,9% al 4,2%, con l’Emilia-Romagna che ancora una volta registra i valori più alti (10,6%), seguita dalla Lombardia (8%).

Una scuola che cambia

L’inizio del nuovo anno scolastico in Italia segna non solo il ritorno in classe degli studenti, ma anche l’evoluzione di un sistema scolastico sempre più multiculturale e diversificato. La presenza crescente di alunni stranieri, insieme all’aumento delle seconde generazioni, sottolinea l’importanza di politiche scolastiche inclusive, capaci di rispondere alle esigenze di una popolazione studentesca in trasformazione. L’educazione, infatti, gioca un ruolo cruciale nell’integrazione sociale e culturale delle nuove generazioni, contribuendo a costruire una società più equa e inclusiva.

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