in

Rosarno e il rispetto dei diritti dei lavoratori

di Stephen Ogongo

Roma – 12 gennaio 2010 – Il modo in cui si sta gestendo la situazione dopo la rivolta degli immigrati a Rosarno dovrebbe provocare in tutti noi una seria riflessione sull’immigrazione e sul lavoro in Italia. Ci si concentra sullo status legale degli immigrati coinvolti nella rivolta, ma quasi per niente sulle loro condizioni di lavoro.

Nessun politico in questo paese può dire di non sapere che tantissimi immigrati lavorano e vivono nelle stesse condizioni di quelli di Rosarno.

Sicuramente si è sempre saputo che gli immigrati a Rosarno, come in tanti altri luoghi in questo paese civile, lavorano in nero, sono sottopagati, e vivono in condizioni non solo intollerabili, ma anche inumane.  Eppure la politica non ha mai voluto fare niente per risolvere questo problema perché in realtà non lo considera un problema.

Questa visione della realtà mi fa chiedere qual è il concetto della persona, dell’immigrato, del lavoro che i politici hanno.

Un essere umano può soffrire, essere sfruttato, diventare vittima di violenza, ma se tutto questo succede in silenzio, non si fa niente per risolvere il problema. Solo quando succede qualcosa che provoca la rabbia delle persone, che le spinge a reagire in un modo che disturba la quiete pubblica, che attira l’attenzione dei media, allora si, quello è il momento di intervenire.

Purtroppo quando si decide di intervenire, lo si fa per riportare l’apparente ordine sociale, la calma nella città. Ma non si fa assolutamente niente per risolvere il problema dalle radici.

Portando via gli immigrati da Rosarno non si risolve alcun problema. Oggi vanno via, domani ne torneranno altri perché lì c’è qualcosa che li attira: la possibilità di trovare un lavoro anche se è malpagato.

Tanti di questi lavoratori sono immigrati regolari che hanno perso il lavoro e richiedenti asilo, che purtroppo non hanno i mezzi per sopravvivere. A questi ultimi lo Stato non permette di lavorare, ma non dà nemmeno il sostegno necessario per vivere una vita dignitosa. Ecco perché accettano di lavorare in nero  e di vivere in condizioni inumane.

Perché non si intensificano i controlli nelle aziende agricole per assicurare che i lavoratori ricevano la giusta paga? Chi guadagna bene può anche permettersi una sistemazione degna di un essere umano.

Il sistema non deve continuare a permettere agli imprenditori agricoli di sfruttare manodopera immigrata a basso costo o in nero. Si deve cominciare a far rispettare i diritti dei lavoratori, di tutti i lavoratori.

Stephen Ogongo
Africa News

 

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

Frattini: “Punire chi assume in nero”

L’Egitto: “L’Italia tuteli gli immigrati”