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Strage a Lampedusa. Ventinove profughi morti di freddo in mare

Alcuni erano già cadaveri su un barcone alla deriva, altri non sono riusciti a sopravvivere al viaggio verso l'isola sui mezzi di soccorso. "Con Mare Nostrum non sarebbe successo"

Roma, 9 febbraio 2015 – Si aggrava il bilancio delle vittime dell'ennesimo viaggio della speranza verso Lampedusa. Ventinove persone sono morte per ipotermia e altre sono  in gravissime condizioni tra gli occupanti di un barcone  soccorso nella notte a circa 100 miglia dall'isola.

Le vittime facevano parte di un gruppo di 105 profughi, che ieri pomeriggio tramite un telefono satellitare avevano lanciato una richiesta d'aiuto al Centro Naziionale di Soccorso della guardia costiera di Roma. Sul posto erano stati dirottati due mercantili, poi erano arrivate le motovedette CP 302 e la CP 305 da Lampedusa, che hanno trasbordato i naufraghi e li hanno portati l'isola delle Pelagie.

Alcuni profughi erano già morti quando sono arrivati i soccorsi. Altri, già gravissimi, non sono riusciti a sopravvivere al viaggio a bordo delle motovedette verso Lampedusa. "È terribile tra loro ci sono tanti giovani. Sono tutti bagnati, sono morti di freddo"  ha detto il direttore sanitario di Lampedusa Pietro Bartolo. "Parlo da medico e ormai purtroppo da esperto di queste tragedie,  non è questo il sistema giusto per salvare vite umane".

"Probabilmente – accusa Bartolo – con Mare Nostrum non avremmo avuto questi morti: non è possibile che si vadano a recuperare i migranti a 100-120 miglia da Lampedusa per poi portarli verso la Sicilia in condizioni meteo proibitive. Quel dispositivo consentiva alle navi della Marina di raggiungere questi disperati, prenderli a bordo, metterli al riparo e ristorarli. Ora questo è più difficile".

"I 366 morti di Lampedusa non sono serviti a niente, le parole del Papa non sono servite a niente, siamo tornati a prima di Mare Nostrum. E' la realtà" ha commentato il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini.

"È la prova che Triton non è Mare Nostrum. Siamo tornati indietro", ha aggiunto Nicolini, annunciando che chiederà "al più presto un incontro al Viminale per sapere come dobbiamo organizzarci in vista dell'arrivo della primavera".

Punta il dito contro Triton anche Carlotta Sami, portavoce per il Sud Europa dell'Alto Commissariato dell'Onu per i Rifugiati (Unhcr). “”#lampedusa stillicidio, altri morti. L’abbiamo già detto: Triton non è sufficiente. Procedure Sar (search and rescue, ndr) di Mare Nostrum non esistono più” ha scritto su Twitter.

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