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Strage del 18 aprile. “Recupereremo la nave con tutti i corpi”

De Giorgi, capo di Stato maggiore della Marina: “400 nella stiva, devono essere identificati e restituiti alle famiglie”. “Non esistono muri in mare, per chi sta per affogare”

 

Roma – 10 marzo 2016 – “Non esistono muri in mare, per chi chiede aiuto, per chi sta per affogare. Io non lascio nessuno indietro, nemmeno un cane”. 

Parole dell’ ammiraglio Giuseppe De Giorgi, capo di Stato maggiore della Marina militare italiana. L’Unione europea parla di confini marittimi, cerca un modo per bloccare il flusso di migranti e profughi, ma lui ribadisce: “Noi blocchiamo soltanto i trafficanti di armi, uomini e droga. Ne abbiamo arrestati seicento con Mare Nostrum, una cinquantina con Mare Sicuro”.

Intervistato dal Corriere della Sera, De Giorgi rivela che “tra poche settimane, fra la fine di aprile e l’inizio di maggio, la Marina Militare procedera’ al recupero, da una profondita’ di 375 metri, dell‘intero peschereccio carico di immigrati naufragato nel Canale di Sicilia il 18 aprile dell’anno scorso. Nella pancia di quella nave sono intrappolati ancora almeno 300 o 400 corpi, stando alle testimonianze dei pochi superstiti”.

Si tratta dei migranti “di terza classe“, “quelli che avevano pagato ai trafficanti 800 dollari a testa per finire rinchiusi nella stiva, fra le esalazioni di Co2, e a contatto con quel miscuglio di acqua e gasolio, sul fondo, che ustiona atrocemente la pelle”. “Ci volevano 1.000 o 1.500 dollari per un posto migliore, sul barcone” spiega l’ammiraglio.

“Abbiamo gia’ recuperato 169 salme dal fondo del mare, altre 52 le avevamo ritrovate nell’ immediato. Ora ci prepariamo a riportarle in superficie tutte. Per tutte e’ previsto l’ analisi del Dna, a tutte deve essere data la possibilita’ di essere identificate e restituite alle famiglie“. “Lo faremo, a qualunque costo, con robot e sistemi pilotati a distanza”

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