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Tor Sapienza, dopo le proteste e le violenze si sgombera il centro d’ accoglienza

I minori soli sono stati trasferiti oggi pomeriggio, si cercano nuove destinazioni anche per gli adulti. “Dobbiamo proteggerli”

Roma, 13 nov 2014 – Sono saliti oggi pomeriggio su auto scortate dalle forze dell'ordine i minori immigrati ospiti del centro di prima accoglienza di via Morandi a Tor Sapienza, trasferiti in altri centri accoglienza. La decisione e' stata presa dopo le proteste di alcuni residenti del quartiere, sfociati la scorsa notte in una guerriglia urbana.

Anche stamattina, un gruppo di residenti nel quartiere, periferia est della capitale, e' andato a protestare davanti al centro. Le urla sotto le finestre, "bastardi andate via". C'e' stato un tentativo di dialogo – raccontano alcuni operatori della cooperativa il sorriso che gestisce il centro – ma sono iniziati insulti, uno dei nostri ragazzi e' stato spintonato, lui ha reagito, sono intervenute le forze dell'ordine. Poi sono continuate le urla di protesta i lanci di bottiglia, anch i ragazzi del cento hanno lanciato oggetti dalle finestre, "sono nervosissimi, hanno paura".

E la richiesta degli operatori della cooperativa di trasferire i ragazzi per proteggerli ha trovato l'accordo dell'ufficio minori del comune di Roma: nella giornata gia' 30 minori sono stati trasferiti altri tra cui anche quelli che vivano in mini appartamenti, in totale 45 minori che saranno trasferiti, entro oggi in altri centri accoglienza, divisi in gruppi, a Roma ma in altri municipi. "E' stata una decisione presa per preservarli, sono minori, Per dobbiamo proteggerli", spiegano dal Campidoglio.

Per gli adulti richiedenti asilo ospiti nel centro, la questione del trasferimento e' sul tavolo: se ne sta discutendo, al comune, in prefettura e al Viminale. Tutti i migranti del centro infatti rientrano nel programma Sprar. Intanto stanno lasciando il centro i minorenni, la maggior parte e' gia' andata via, in auto, ma scortati dalle forze dell'ordine.

 "L'abbiamo chiesto noi, per tutelarli, puo' sembrare una resa ma non potevamo fare una battaglia su di loro, sono ragazzi", spiegano gli operatori dalla cooperativa, che stanno aiutando i ragazzi a lasciare il centro, a fare i bagagli: "Sono spaventati ma piangono, non sarebbero voluti andare via". E anche gli operatori riescono a stento a trattenere le lacrime, la tensione emotiva di questi giorni che ancora rimbomba sotto le finestre: "Stanno ancora urlando la' fuori, continuano a urlare contro di noi, non la smettono".
 

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