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Verdetto storico della Corte di Cassazione: “Consegnare migranti alla guardia costiera libica è reato per violazione dei diritti umani”

Roma, 19 febbraio 2024 – In una recente sentenza della Corte di Cassazione, è stato sancito che il consegnare migranti alla Guardia Costiera libica costituisce un reato, poiché la Libia è considerata “non un porto sicuro”. La decisione ha confermato la condanna del comandante del rimorchiatore Asso 28, che il 30 luglio 2018 soccorse 101 persone nel Mediterraneo centrale e le riportò in Libia, consegnandole alla Guardia Costiera di Tripoli.

Secondo quanto riportato da Repubblica, la Corte di Cassazione ha affermato che favorire le intercettazioni dei guardiacoste di Tripoli rientra nella fattispecie illecita “dell’abbandono in stato di pericolo di persone minori o incapaci e di sbarco e abbandono arbitrario di persone”. Questa sentenza sostanzialmente stabilisce che l’episodio del 2018 rappresentò un respingimento collettivo verso un Paese non considerato sicuro, pratica vietata dalla Convenzione europea per i diritti umani.

Il caso in questione solleva importanti questioni etiche e legali riguardo alla gestione dei flussi migratori nel Mar Mediterraneo e alle responsabilità dei paesi coinvolti. La decisione della Corte di Cassazione sottolinea l’obbligo di rispettare i diritti umani e di evitare il respingimento verso paesi non ritenuti sicuri, come sancito dalle normative internazionali.

La sentenza enfatizza anche la proibizione dei respingimenti collettivi, un principio fondamentale sancito dalla Convenzione europea per i diritti umani, che impone agli Stati di garantire che ogni persona abbia il diritto di richiedere asilo e di essere trattata in modo dignitoso.

Questo verdetto potrebbe avere ampie implicazioni sui futuri interventi nel Mediterraneo centrale e potrebbe portare a una revisione delle politiche e delle pratiche dei paesi coinvolti nel soccorso e nel respingimento dei migranti. La questione della sicurezza dei porti e dei diritti umani resta al centro del dibattito, richiamando l’attenzione su come la comunità internazionale debba affrontare la complessa situazione dei flussi migratori nel Mediterraneo.

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