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Dall’isola che non c’è alla… sola che c’è

Finiti gli sbarchi, Lampedusa ormai è come… l’isola che non c’è; e nel frattempo, si è avuto l’imbarazzante vicenda dello sbarco dei disperati della Diciotti, nave della guardia costiera… italiana impedita di sbarcare in un porto… italiano. Da lì, si è passati all’incriminazione del ministro dell’Interno Matteo Salvini per una sfilza di reati di cui il sequestro di persone. Poi, di fronte all’encefalogramma piatto dell’Unione Europea, è arrivata la Chiesa che si è proposta per dare una mano a “sbrogliare” la matassa di una situazione grottesca che si stava sempre di più infilando in un vero cul-de-sac. Ne ha presi e portati un centinaio a Rocca di Papa mentre l’Albania e l’Irlanda accettavano di papparsene una ventina a testa. Poi succede che, dal centro di accoglienza, una cinquantina di questi cento profughi si sono dati alla fuga e “non si sa(?)” dove siano finiti. Prima non dovevano entrare in Italia, poi qualcuno li ha fatti entrare, poi sono spariti e… niente! Allora ci si ritrova a meditare se in fondo, il gran bordello che si è fatto non fosse interessato piuttosto (come purtroppo succede spesso) a speculare per l’ennesima volta sulla pelle di qualche decina di disgraziati. Come se fosse tutta una “sola”. Che da Lampedusa, si sia passati dall’isola che non c’è a… la sola che c’è? Dopo tutto il (Peter) Pan…demonio politico che si sta creando sull’immigrazione, speriamo di non raccontare che da qualche parte qualcuno che ogni tanto “perde” la… bRocca (di Papa?).
Milton Kwami

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