L’europarlamentare leghista, a processo per razzismo, raggiunge un accordo con tre associazioni che si erano costituitesi parti civili. Aveva proposto anche di fare volontariato
Milano – 24 giugno 2015 – I rom? “Facce di c… che qualche presidente della Camera riceve” e ladri. Parole pronunciate da Mario Borghezio, che ora, finalmente, gli costeranno care.
Era l’8 aprile 2013. L’eurodeputato leghista commentava così ai microfoni della Zanzara, su Radio 24, il fatto che la presidente della Camera Laura Boldrini avesse invitato a Montecitorio otto giovani rom per la Giornata Internazionale dei rom e sinti, da lui ribattezzata “Giornata della demagogia e del fancazzismo, poi con contorno di festival dei ladri”.
“Una buona percentuale dei ladri”, sosteneva, sono rom. Questi avrebbero infatti “una certa cultura tecnologica nello scassinare gli alloggi della gente onesta”. E inoltre, rispetto al lavoro, sarebbero “come l’acqua con l’olio”.
“Sui rom – gran finale – penso quello che pensano tutti: mano alla tasca del portafoglio per evitare che te lo portino via: è un riflesso pavloviano”.
Ne era nato un processo per discriminazione razziale e diffamazione aggravata dalla finalità di odio razziale ed etnico. Il leghista aveva provato a farsi scudo dell’immunità, ma l’Europarlamento l’aveva subito scaricato. Intanto, le associazioni Upre Roma, Sucar Drom e Nevo Drom che si erano costituite parti civili.
Venerdì al Tribunale di Milano è prevista la requisitoria del pubblico ministero contro Borghezio, che però intanto è riuscito a trovare un accordo con le tre associazioni, che si ritireranno dal processo. In cambio, il leghista pagherà loro un risarcimento, non ancora quantificato.
Borghezio aveva proposto anche di fare attività di volontariato con i rom. Proposta respinta dalle associazioni: meglio fargli aprire il portafoglio che aveva tanta paura di perdere, poiuttosto che dargli l’occasione di farsi bello al fianco delle vittime dei suoi insulti.
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