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Ricongiungimento familiare con documenti falsi: smantellato gruppo criminale in Umbria

Roma, 6 agosto 2024 – Un’importante operazione di polizia, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Perugia e condotta dalla polizia di Terni, ha portato alla luce una presunta associazione per delinquere finalizzata alla contraffazione di documenti necessari per il rilascio e il rinnovo di titoli di soggiorno, nonché per facilitare la permanenza e l’ingresso illegale di stranieri sul territorio nazionale tramite il ricongiungimento familiare.

I dettagli dell’operazione

Le autorità hanno posto agli arresti domiciliari due uomini: un egiziano di 30 anni e un cittadino del Bangladesh di 32 anni. Inoltre, un italiano di 58 anni è stato sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Queste misure cautelari sono state emesse dal giudice per le indagini preliminari del capoluogo umbro. Altre 25 persone risultano indagate a piede libero.

L’operazione ha coinvolto la squadra mobile di Terni, il Servizio Centrale Operativo della polizia, e ha visto il supporto delle questure di Roma, Perugia, Frosinone, Macerata, Ascoli Piceno, L’Aquila, Teramo, Viterbo, Rieti, Grosseto, Siena e del Reparto Prevenzione Crimine, con l’impiego complessivo di circa cento operatori.

L’origine delle indagini

Le indagini sono iniziate nel 2022 a seguito di una segnalazione ricevuta dalla Procura della Repubblica di Terni dall’ufficio anagrafe del Comune, che aveva notato un numero sospetto di richieste di cambio di residenza da parte di stranieri, in prevalenza provenienti da Pakistan, Afghanistan, Egitto e Iraq, in alcuni appartamenti del centro cittadino.

La figura chiave dell’organizzazione

Durante le indagini è emerso il ruolo centrale di un cittadino egiziano, titolare di diverse attività commerciali, considerato il principale organizzatore delle attività illecite. Secondo la ricostruzione della Procura di Perugia, l’uomo avrebbe facilitato a vari extracomunitari, principalmente di nazionalità egiziana, l’ottenimento o il rinnovo dei titoli di soggiorno. Questo avveniva attraverso la predisposizione di locazioni fittizie, necessarie per richiedere la residenza, con contratti registrati presso l’Agenzia delle Entrate anche grazie alla collaborazione di un italiano, titolare di un’agenzia immobiliare. Inoltre, venivano fornite documentazioni falsificate riguardanti la posizione economica dei richiedenti.

L’impatto delle attività illecite

L’associazione per delinquere, attiva nella provincia di Terni, ruotava attorno all’egiziano che, secondo gli inquirenti, era in grado di gestire un volume impressionante di comunicazioni, arrivando a fare circa 800 chiamate telefoniche al giorno. Questo sistema permetteva di ottenere vari documenti necessari per il rilascio, il rinnovo o la trasformazione in permessi di lungo periodo CE, nonché per il ricongiungimento familiare con parenti residenti all’estero.

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