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Cittadinanza. Boldrini: “Riforma non è perfetta, ma Senato vada avanti”

“Cittadinanza non può dipendere dallo stipendio dei genitori. No a ‘emergenza’ immigrazione, è la parola dichi vuole la paura”

 

Padova – 9 novembre  2015 –  La riforma della cittadinanza che sta camminando in Parlamento? Per la presidente della Camera Laura Boldrini, “non è un testo ideale, ma è evidente che così abbiamo rotto un muro”. 

“Per la prima volta abbiamo messo in discussione il fatto che i nostri figli possano crescere accanto a ragazzini nati in Italia ma senza chance di diventare italiani se non prima dei 18 anni” ha sottolineato stamattina Boldrini in un convegno della Fiom Cgil a Padova. “Speriamo ora che al Senato – ha aggiunto – procedano in questo senso”. 

Boldrini non condivide il requisito della carta di soggiorno dei genitori indispensabile per far scattare lo ius soli. “La cittadinanza di un bambino – ha spiegato – non può dipendere dallo stipendio dei genitori. Se un diritto è un diritto deve esserlo per tutti oppure non e’ un diritto. Questo e’ il punto piu’ critico di questa legge”

La presidente della Camera ha criticato anche l’uso della parola “emergenza” quando si parla di immigrazione. “È una brutta parola che non porta mai buone cose perché fa paura e permette di derogare le regole, e vediamo con Mafia Capitale cosa puo’ accadere derogando le regole. E’ la parola usata da chi lavora sulla paura, facendone uno strumento politico”. 

Bisognerebbe invece smontare la paura, “facendo in modo che le persone si guardino in faccia e capiscano che si tratta di essere umani. La conoscenza e l’ incontro sono l’unico antidoto alla paura”. 

“Sappiamo bene che i migranti non rubano il lavoro – ha sottolineato Boldrini- ma anzi che fanno i lavori più difficili e pesanti. Di chi è la colpa se un migrante viene pagato la metà? È sua o di un sistema che strangola tutti, anche i piccoli produttori che non ce la fanno ad arrivare ad una paga dignitosa?”.

 

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