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Ingresso in Italia per motivi di lavoro: come funziona il decreto flussi

Roma, 6 settembre 2022 – L’ingresso in Italia, per motivi di lavoro, di un cittadino straniero extra comunitario, salvo eccezioni può avvenire generalmente ed unicamente entro certi limiti quantitativi e qualitativi.

Possono infatti entrare in Italia mediante i cosiddetti “Flussi”, programmati ogni anno dal Governo, certe categorie di lavoratori, che siano inoltre cittadini di determinati Paesi ricompresi nell’elenco annuale.

Pertanto, ogni anno il Governo emana un Decreto con cui ammette l’ingresso per lavoro, subordinato o autonomo e stagionale, di un numero limitato di lavoratori provenienti da determinati Paesi extra UE per svolgere mansioni in determinati settori che rispondano all’necessità del mercato.

Infatti, vengono annualmente indicati i settori specifici nel cui ambito devono operare le aziende e quindi i lavoratori, tra cui rientra solitamente quello turistico-alberghiero e agricolo (in particolare per il lavoro stagionale) ma anche altri ambiti, quale quello dell’edilizia e dei trasporti inseriti nella programmazione per il 2022.

Il Decreto Flussi, poi, solitamente suddivide le quote tra:

  • Lavoratori extra- UE (di cui all’elenco Stati);
  • Lavoratori già titolari di permesso lungo soggiornanti rilasciato da altro Paese UE;
  • Lavoratori di origine italiana entro terzo grado di ascendenza, di un determinato Stato
  • Conversione di precedente permesso stagionale in lavoro subordinato;
  • Conversione di permesso per studio / formazione in lavoro subordinato o autonomo;
  • Lavoratori autonomi di particolari categorie (ad esempio artisti, strat-up, imprenditori…).

Articolo realizzato per Stranieri in Italia da: Federica Merlo, avvocato

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