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Riforma della cittadinanza. Cosa significa “Ius Scholae”? Come cambierà la legge in futuro? L’esperto risponde

Roma, 11 marzo 2022 – Occorre prima di tutto precisare che non è stata approvata alcuna riforma della cittadinanza ma è stato solo completato un primo passaggio necessario per un’eventuale modifica della Legge, con l’adozione di un testo base da parte della Commissione Affari Costituzionali della Camera (uno dei due rami del Parlamento italiano).

La proposta di riforma che ha preso il nome di “Ius Scholae” prevede, nel suo progetto che tuttavia dovrà essere votato da Camera e Senato, la possibilità per i minori stranieri nati in Italia di diventare cittadini italiani, su richiesta dei genitori, alle seguenti condizioni: aver risieduto (ininterrottamente) in Italia e aver frequentato regolarmente per almeno 5 anni uno o più cicli scolastici.

La riforma prevede che anche i minori non nati in Italia possano ottenere la cittadinanza con questa modalità, ma solo fino ai 12 anni.

Al momento si tratta comunque di una proposta che sarà sicuramente soggetta ad emendamenti, ovvero modifiche, e che dovrà superare tutti i necessari passaggi, motivo per cui non è possibile al momento prevederne lo sviluppo.

Quindi, ad oggi è ancora in vigore la legge 91/92 così come originariamente approvata, che prevede lo “ius sanguinis” (diritto di sangue), ovvero l’acquisizione della cittadinanza alla nascita solo se almeno uno dei genitori è cittadino italiano.

Diversamente lo straniero nato in Italia, a meno che i genitori non diventino cittadini italiani prima che compia 18 anni, dovrà attendere la maggiore età ed esercitare il diritto riconosciutogli all’art. 4 della legge 91/92: richiederla entro il compimento dei 19 anni, alla condizione che abbia sempre risieduto in Italia “legalmente ed ininterrottamente, fin dalla nascita.

Articolo realizzato per Stranieri in Italia da: Federica Merlo, avvocato

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