in

Nei campi come schiavi, 16 euro per 12 ore di lavoro

Trovati 43 tra romeni e polacchi a lavorare in nero sui campi di Cerignola vivendo in condizioni disumane

Foggia – 17 aprile 2009 – Mentre il ministero dell’interno dava il via alle domande per il lavoro subordinato stagionale del nuovo decreto flussi, la polizia di Cerignola scopriva in un’azienda agricola 43 braccianti stranieri, tra l’altro comunitari, occupati in nero, che vivevano in condizioni disumane in località Borgo Tressanti.

Gli agenti hanno identificato quaranta cittadini rumeni, di cui una quindicina di donne, e tre polacchi, che secondo i primi accertamenti erano giunti nell’azienda, specializzata nella coltivazione e lavorazione dei carciofi, solo pochi giorni fa. Le condizioni in cui erano praticamente rinchiusi questi lavoratori, sarebbero disumane: un fabbricato fatiscente, in condizioni igienico-sanitarie disastrose, senza finestre, senza acqua potabile, senza bagni e lavandini.

Di notte gli immigrati dormivano su materassi buttati a terra, tra topi, scarafaggi, cibi avariati e detriti vari. Di giorno lavoravano, dalle 6 alle 12 e dalle 14 alle 20, alla raccolta, alla pulizia e al confezionamento dei carciofi. Il tutto con una paga di 6 euro per ogni cassetta con 500 carciofi lavorati. Al giorno, ciascun lavoratore riusciva a trattare 1200-1300 carciofi guadagnando così massimo 15-16 euro, circa 2 centesimi a carciofo.

La polizia ha denunciato con l’accusa di maltrattamenti il proprietario dell’azienda e un cittadino romeno che faceva da procacciatore di manodopera e sottraeva anche parte dei carciofi lavorati dal computo di quelli che venivano retribuiti ai suoi connazionali.

Il sindaco di Cerignola, Matteo Valentino, ha definito quanto avvenuto "intollerabile e degno della più ferma condanna, civica e istituzionale: le imprese agricole sono luogo di lavoro e sviluppo; non devono essere trasformate in lager”. Ha poi invitato a non generalizzare perchè – ha aggiunto – “sono tante le aziende agricole dell’agro di Cerignola che assumono e retribuiscono regolarmente lavoratrici e lavoratori provenienti dall’Est Europa come dal Nord Africa".

a.i.

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

“Facciamo la spesa da Basharat”

Malta e Italia litigano, disperati in alto mare