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Stop ai flussi. Uil: “E gli accordi con i Paesi d’origine?”

Loy: “Senza decreto non ci saranno quote in cambio della cooperazione nella lotta contro la tratta e l’immigrazione clandestina. Dal governo una cattiva idea”

Roma – 18 maggio 2012 – Lo stop agli ingressi per lavoro deciso dal governo è un “cattiva idea”. Perché favorisce l’irregolarità e, tra le altre cose, penalizza i Paesi extraue che con l’Italia hanno stretto accordi sull’ immigrazione.

Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil si dice “molto colpito” per le dichiarazioni del ministro Cancellieri sull’intenzione del governo di non fare un decreto flussi. “Pur essendo d’accordo, in via di principio, che la crisi economica crea gravi problemi, agli stranieri oltre che agli italiani, la UIL considera una chiusura virtuale degli ingressi legali per lavoro, una cattiva idea in quanto lascia come unica alternativa quella dell’ingresso irregolare”.

Il sindacalista punta poi il dito sull’obbligo comunitario secondo i cittadini di paesi terzi che hanno ottenuto il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo in un altro Paese dell’UE e che vogliano lavorare in Italia, hanno diritto di farlo in base alla direttiva 2003/109/CE, ratificata dall’Italia. “Il numero però –sottolinea – è soggetto a quote decise dal decreto flussi”.

“Quote – aggiunge Loy – riguardano anche i cittadini stranieri di origine italiana, residenti in Paesi non comunitari ed anche prestazioni professionali per cui c’è comprovata scarsità nel mercato del lavoro. E, soprattutto, il decreto che non verrà pubblicato riserva quote ai Paesi che hanno sottoscritto accordi con l’Italia di cooperazione nella lotta contro la tratta e l’immigrazione clandestina”.

“Come si può pensare – chiede il segretario confederale della Uil -di combattere le tragedie nel Mediterraneo vanificando gli accordi sottoscritti dal nostro Paese con nazioni nostre partner? Chiediamo, dunque all’Esecutivo, di riconsiderare la decisione e suggeriamo la possibilità di un dpcm mirato a rispondere alle necessità di un governo vero dei flussi migratori”.

 

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