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Flussi. I patronati. “Il sistema si blocca”

Inca: "Troppi Problemi, meglio spostare i click day". Acli: "Conviene spedirsi la domanda da soli"

Roma  – 19 gennaio 2011 – Per i patronati la corsa alle quote parte in salita. La compilazione online delle domande si blocca e questa è una bella grana per gli sportelli, che dovranno prepararne migliaia prima dei click day, ma soprattutto per altrettanti datori di lavoro.

Il patronato Inca Cgil parla oggi di “continui blocchi del sistema informatico”.  “A tre giorni dall’avvio della procedura telematica, gli uffici del Patronato si trovano nella impossibilità di supportare quei datori di lavoro che, pur in un momento così difficile sul piano occupazionale, fanno richiesta di assunzione di manodopera straniera”.

“Visti i pochi giorni mancanti per il primo click day (31 gennaio) e il perdurare del disservizio, manca il tempo indispensabile per poter istruire adeguatamente le domande" denuncia la presidente dell’Inca, Morena Piccinini. Fino a chiedere al Viminale di “sospendere l’intera procedura, prorogando i termini per i click day, fino a quando non sarà in grado di garantire la ripresa dell’operatività senza alcun blocco”.

Lo stesso allarme è stato lanciato dagli Sportelli della Cisl di Milano. Lunedì, nella sede centrale di via Tadino, avevano trecento persone agli sportelli, ma sono riusciti a caricare solo nove domande.

“Probabilmente, come in occasione dell’ultimo Decreto flussi del 2007, il portale ministeriale non è in grado di sostenere l’enorme quantità di dati che deve ricevere” dice Maurizio Bove, responsabile immigrazione del sindacato meneghino. “A farne le spese sono, ovviamente i lavoratore immigrati. Il Decreto flussi è già di per sé una ‘lotteria’, dove vince il più fortunato, se poi  non si è neppure in grado di gestirlo, la situazione si fa drammatica e anche un po’ grottesca”.

Acli: “Patronati penalizzati”
I blocchi del sistema si sommano a quello che è il problema di fondo degli invii cumulativi fatti da patronati, associazioni e consulenti del lavoro. Più la domanda è in fondo alla lista, meno possibilità ha di aggiudicarsi una quota.

”Tutti gli invii, compresi quelli generati con l’assistenza  delle associazioni o dei patronati, verranno gestiti in maniera  singola, domanda per domanda. Di conseguenza  proprio le associazioni e gli enti di Patronato, che avranno numerose  domande da inviare, saranno oggettivamente svantaggiate rispetto alle  richieste inviate autonomamente dai privati” spiegano i patronati Acli.

“Abbiamo la preoccupazione e il dovere morale di informare  i cittadini che si rivolgono a noi sul rischio che la loro domanda  potrebbe non rientrare nella graduatoria per motivi connessi alla  procedura telematica. La nostra mediazione potrebbe  paradossalmente rivelarsi svantaggiosa per il cittadino, al quale  daremo ovviamente tutta la nostra assistenza, suggerendogli tuttavia  l’invio autonomo della domanda" aggiunge il vicepresidente delegato del Patronato Acli Fabrizio  Benvignati.

Elvio Pasca

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